«Mes jours ne vont-ils pas bientôt cesser?» (Job 10,20)

In Gb 10,20, un doppio qere / ketiv in ebraico, una singolare libertà della LXX nel primo stico e una doppia traduzione di una parola ebraica nella Vulgata, portano a letture divergenti del testo ebraico. L’articolo presenta le tre ipotesi di lettura più comuni e ne propone altre due, una troppo ign...

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Bibliographic Details
Main Author: Mies, Françoise 1961- (Author)
Format: Print Article
Language:French
Check availability: HBZ Gateway
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Fernleihe:Fernleihe für die Fachinformationsdienste
Published: Ed. Dehoniane 2021
In: Rivista biblica
Year: 2021, Volume: 69, Issue: 2, Pages: 211-220
Standardized Subjects / Keyword chains:B Qere / Hebrew language / Death / ḥdl / Finiteness / Bible. Ijob 10,20-22
IxTheo Classification:HB Old Testament
HD Early Judaism
Description
Summary:In Gb 10,20, un doppio qere / ketiv in ebraico, una singolare libertà della LXX nel primo stico e una doppia traduzione di una parola ebraica nella Vulgata, portano a letture divergenti del testo ebraico. L’articolo presenta le tre ipotesi di lettura più comuni e ne propone altre due, una troppo ignorata, l’altra nuova. In quest’ultima lettura, a differenza delle altre, la domanda di Giobbe non riguarda la sua finitudine o la brevità della sua vita, ma l’imminenza della sua morte.
In Jb 10,20, a double qere / ketiv in Hebrew, a singular freedom of the LXX in the first colon and a double translation of a Hebrew word in the Vulgate lead to divergent readings of the Hebrew text. The article presents the three most common reading hypotheses and proposes two others, one too ignored, the other new. In this last reading, unlike the others, Job’s question is not about his finitude or the brevity of his life but about the imminence of his death.
ISSN:0035-5798
Contains:Enthalten in: Rivista biblica